giovedì 30 aprile 2020

Step #12 - Nel Medioevo e nell'Età Moderna

Dopo aver parlato di attualità nell'ultimo post, ci tuffiamo nuovamente sulla storia del distillare e della distillazione, riprendendo il percorso intrapreso nello sviluppo dello step #08 e analizzando in questo caso la presenza del protagonista del nostro blog nella storia della tecnologia del periodo medioevale e moderno, focalizzando la nostra attenzione sul periodo compreso tra il 500 e il 1600.
Come abbiamo visto, lo sviluppo e il perfezionamento della tecnica della distillazione in Età Antica è appannaggio dei Romani ma soprattutto degli Arabi, e nel medioevo si continua su questa falsariga: con la caduta dell'Impero Romano, gli Arabi ritrovano nuova vitalità e un forte impulso espansionistico, dettato anche dalla comparsa sulla scena di Maometto, figura di inestimabile valore per la cultura araba, tra la fine del 500 e l'inizio del 600. Sotto la guida del successore di Maometto, il califfo Omar, gli Arabi penetrarono con forza in Persia e nord Africa, ampliando l'orizzonte delle loro conoscenze e alimentando la loro sete di sapere, cosa che in Europa, a causa delle numerose vicissitudini dovute alla caduta del dominio romano, era al momento sopita. Tutto ciò fece proprio degli Arabi il popolo più colto dell'epoca e naturalmente influì anche sullo sviluppo della distillazione: la metodologia e l'alambicco, che in questo periodo assume forme piuttosto fantasiose, furono perfezionati e a cavallo tra l'VIII e il IX secolo l'arabo Giabir al-Sufi aveva classificato due tecniche di distillazione, una con l'utilizzo del fuoco (per ascensum) e l'altra senza riscaldamento con l'utilizzo di appositi filtri, approfondendo inoltre la distillazione dell'aceto. Tra il X e XI secolo assumono grande rilievo le figure dei medici persiani Avicenna, che descrive e sfrutta per l'estrazione di oli essenziali il processo della distillazione in corrente di vapore (un processo nel quale è aggiunto vapore d'acqua alla colonna di distillazione in modo da abbassare il punto di ebollizione delle sostanza da distillare), e Rhazes, a cui dobbiamo la scoperta dell'acido solforico (per distillazione a secco di solfato ferroso e solfato di rame) e diversi studi riconducibili alla pratica alchemica, un antico sistema filosofico espresso attraverso il linguaggio di svariate discipline come la fisica, la medicina e la chimica (tramite la distillazione appunto), che aveva come obiettivo la conquista dell'onniscienza, la creazione della "panacea universale"(scoperta dell'elisir della vita eterna) e la trasmutazione delle sostanze per la ricerca della pietra filosofale, ovvero la sostanza capace di risanare la corruzione della materia.

Frontespizio del Libro sulla Medicina di Rhazes


In Europa il grande sviluppo della distillazione avviene nell'ultimo periodo dell'Alto Medioevo, anche grazie al contributo della Scuola Medica Salernitana (Salerno), prima istituzione medica del continente europeo, la cui posizione al centro del Mediterraneo ha favorito l'afflusso della cultura araba e greco-bizantina. In questo periodo si diffonde inoltre la versione moderna dell'alambicco, pressoché identico a quello utilizzato oggigiorno, e che grazie ad alcuni miglioramenti nelle componenti dedicate alla condensazione ha permesso di fare ulteriori passi in avanti nello svolgimento della pratica, in particolare per quanto riguarda l'ottenimento dell'alcool in diversi gradi di purezza.


All'inizio del Rinascimento la pratica della distillazione ha ormai raggiunto il massimo sviluppo e vengono definite le forme tradizionali del processo; questo può avvenire:
1) per ascensum; nel quale l'alambicco è riscaldato in basso producendo la salita verticale dei vapori, che si condensano nel capitello;
2) per discensum; nel quale l'alambicco è riscaldato nella parte superiore;
3) per latus, nel quale i vapori escono lateralmente.
Nel 1445 l'invenzione della stampa a caratteri mobili segna un momento di fondamentale importanza per la diffusione della cultura e delle conoscenze, e la distillazione non fa eccezione: sono innumerevoli i trattati che vengono diffusi in questo periodo e si ricordano principalmente quelli di Moyse Charas, che nella sua Pharmacopée Royale fornì un'abbondante iconografia di apparecchiature distillatorie, e di Philipp Jakob Sachs, che si dedicò a studi approfonditi sull'alcool.
Da questo momento in avanti si sviluppa dunque un approccio più scientifico e tecnico alla distillazione, così come per molte altre pratiche.

Domenico Orsino

sabato 25 aprile 2020

Step #11 - Nella pandemia

Il 2020 verrà senza dubbio ricordato come l'anno in cui l'Italia e il mondo intero si sono dovuti arrendere alle restrizioni dovute alla pandemia del COVID-19, iniziando a lottare contro un nemico pericoloso e invisibile. Tanti i risvolti negativi sulla vita delle persone, come il distanziamento sociale, che ha costretto alla lontananza parenti e amici, la chiusura di molte attività produttive ed economiche, che ha comportato la perdita di molti introiti e di numerosi posti di lavoro, e naturalmente la perdita a causa del virus di molte persone care. Alla data simbolica del 25 aprile, una delle ricorrenze più importanti per la nostra identità nazionale, sono quasi 200000 i casi totali dall'inizio della pandemia, con oltre 26000 deceduti. In un simile contesto ogni aspetto della vita quotidiana è stato riadattato alle norme diramate per evitare la diffusione del virus, e si è dunque iniziato a parlare di smart working, didattica a distanza e code per fare anche semplicemente la spesa al supermercato. In una situazione di questo tipo ha trovato una posizione di un certo rilievo il protagonista del nostro blog, ovvero il distillare e la distillazione: tale processo infatti è alla base della produzione dell'alcool etilico, comunemente utilizzato come disinfettante in ambito domestico, che con la diffusione del nuovo coronavirus ha trovato un vastissimo impiego e viene utilizzato in grandi dosi per la sanificazione di strutture e mezzi che in questo periodo così complicato continuano ad essere operati per garantire al Paese la possibilità di guardare al futuro. Tutto ciò ha portato anche il Ministero della Salute a pubblicare sul proprio sito web un articolo, consultabile al seguente link, contenente tutte le informazioni necessarie sull'utilizzo di questo importantissimo derivato della distillazione. Possiamo dunque constatare come il processo della distillazione sia rimasto di vitale importanza per l'uomo, anche in un momento di difficoltà come quello che stiamo affrontando.


Alcool etilico

Domenico Orsino

venerdì 17 aprile 2020

Step #10 - Nel cinema

Come abbiamo potuto appurare nei precedenti post, il verbo distillare e in generale la distillazione trovano un ampio utilizzo anche in contesti che esulano dal campo prettamente tecnologico e scientifico: il soggetto del nostro blog compare infatti negli ambiti più svariati, dalla letteratura alla poesia, dalla mitologia alla pittura. Andiamo in questo caso ad analizzare la presenza dell'azione oggetto della nostra indagine nel mondo del cinema, prendendo come esempio Lawless, pellicola risalente al 2012 del regista australiano John Hillcoat.

Locandina del film Lawless (2012)

In questo film, ispirato ad una storia vera, la distillazione ricopre un ruolo pressoché centrale: nella Virginia dei primi anni del proibizionismo, i tre fratelli Bondurant, protagonisti della vicenda, distillano e vendono clandestinamente alcolici per provare a sbarcare il lunario. Al seguente link è possibile consultare la scheda con tutte le informazioni riguardanti la produzione cinematografica, oltre che il trailer italiano.

Domenico Orsino

giovedì 16 aprile 2020

venerdì 10 aprile 2020

Step #08 - Nell'Età Antica

Dopo aver affrontato l'utilizzo del distillare e della distillazione in poesia e letteratura nei precedenti post, analizziamo la presenza del soggetto del nostro blog nel mondo antico, e dunque dagli albori della disciplina sino al 500 d.C. circa.
Come abbiamo già detto, la distillazione è una pratica antichissima, e di conseguenza le notizie riguardanti le sue origini sono piuttosto lacunose e imprecise. Ad ogni modo siamo in grado di affermare che la nascita di tale pratica si colloca orientativamente intorno al 4000 a.C.: secondo Sinesio di Cirene infatti, gli Egizi usavano distillare il vino e il sidro per ricavare altre bevande alcoliche, come liquori e acquaviti. In Cina invece, intorno al 2000 a.C., venne ideato un primordiale apparato per la distillazione del mercurio ed era inoltre comune distillare diverse piante officinali, in modo da ottenere essenze e profumi, utilizzati principalmente dalle classi sociali più ricche. Tuttavia è soprattutto agli Arabi che si deve la grande diffusione intorno al VI secolo a.C. della distillazione e degli strumenti per praticarla, in particolare dell'alambicco, che prende il nome dalla parola al-ambiq, che in arabo significa proprio distillare. Tale apparecchio era ed è tuttora costituito in generale da una caldaia, nella quale avviene il riscaldamento della sostanza da distillare, e da un capitello, che canalizza a sua volta i vapori verso il refrigeratore, dove avviene la condensazione di questi ultimi. In principio gli alambicchi sono comunque degli strumenti dalle caratteristiche decisamente primordiali, il cui perfezionamento richiederà molti secoli di studi e diverse innovazioni. Sono sempre gli Arabi ad introdurre la distillazione in Italia e precisamente in Sicilia, da dove tale pratica si diffonde nel resto della penisola. Ed è proprio in questo modo che i Romani, che costituiscono la più importante civiltà del periodo, entrano a contatto con il mondo della distillazione, iniziando a produrre in modo massiccio bevande alcoliche, accantonando parzialmente la produzione di sostanze terapeutiche, che costituivano i principali distillati nel mondo arabo e medio-orientale. Ad ogni modo, i Romani riescono nell'intento di perfezionare la distillazione e ottimizzare l'alambicco, che vedrà comunque il suo definitivo sviluppo solo qualche secolo più tardi, garantendo la diffusione di questo processo nei loro possedimenti e in tutto il resto del mondo conosciuto.


Raffigurazione di alambicchi tratta da un manoscritto greco

Domenico Orsino

lunedì 6 aprile 2020

Step #07 - Nella poesia

Nel corso degli ultimi articoli pubblicati, abbiamo approfondito in modo meticoloso e dettagliato la conoscenza del verbo distillare e della distillazione: abbiamo scoperto la sua grande importanza in campo tecnologico, la sua versatilità in ambito linguistico e il suo vasto utilizzo in mitologia e in letteratura. Andiamo ora ad individuare la presenza del "protagonista" del nostro blog nella poesia, facendo riferimento ad un'opera che non ha certo bisogno di presentazioni: la Divina Commedia di Dante Alighieri. E in tale contesto il lemma distillare non occupa una posizione di secondo piano, bensì una di indescrivibile rilievo: Dante ne fa infatti utilizzo nei versi che compongono il canto conclusivo del suo poema, il 33° del Paradiso. Lì dove necessita di parole dal grande impatto emotivo per porre degnamente fine ad un'opera destinata a vivere in eterno come patrimonio di inestimabile valore della cultura dell'uomo, il poeta fiorentino sceglie il "nostro caro" distillare. 

  Qual è colui che sognando vede,
che dopo'l sogno la passione impressa
rimane, e l'altro a la mente non riede,
  
  cotal son io, ché quasi tutta cessa
mia visione, e ancor mi distilla
nel core il dolce che nacque da essa

(Divina Commedia, Paradiso, Canto XXXIII, vv. 58-63)

Domenico Orsino

giovedì 2 aprile 2020

Step #06 - Nella letteratura

Come abbiamo visto nei precedenti post, il verbo distillare e in generale la distillazione hanno da sempre trovato ampio spazio nella cultura umana, e la letteratura non fa di certo eccezione: sono infatti numerose le opere letterarie e le narrazioni nelle quali figura il soggetto del nostro blog, a partire dall'antichità fino ad arrivare ai giorni nostri. Un interessante esempio consiste nella fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen, intitolata "Il vento racconta di Valdemar Daae e delle sue figlie", che narra dell'alchimista e nobiluomo Valdemar Daae e dei suoi laboriosi e vani tentativi di produrre dell'oro tramite l'alchimia, processo di antichissima origine che prevede anche il ricorso alla distillazione; ne riportiamo in seguito un estratto:

"...Anna Dorothea, il giacinto pallido, soltanto una bambina di quattordici anni, era silenziosa e pensierosa; i grandi occhi blu come l’acqua sembravano pieni di pensieri, ma sulla bocca vi era un sorriso da bambina, non riuscivo a soffiarlo via, e non volevo nemmeno farlo. La incontrai nel giardino, sulla strada infossata e sul campo della proprietà, ella coglieva erbe e fiori, quelle che sapeva che potevano servire a suo padre per le bevande e le gocce, sapeva distillare; Valdemar Daae era orgoglioso e borioso, ma anche informato e sapeva tante cose; lo notavano bene, ne mormoravano; nel suo camino c’era il fuoco acceso anche d’estate; la porta della camera era chiusa; prendeva sempre più sostanza man mano che passavano i giorni e le notti, ma non ne parlava molto; bisogna esplorare le forze della natura in silenzio, presto avrebbe senz’altro scoperto la cosa suprema: l’oro rosso. Per questo il camino fumava, per questo crepitava e vampava! sì, c’ero anch’io!” raccontò il Vento, “lasciamo passare! lasciamo passare! cantavo attraverso il comignolo. Finirà col diventare fumo, puzzo, brace e cenere! Finirai bruciato tu stesso! ffu-u-o-ri! scomparire! scomparire! ma Valdemar Daae non lasciò che passasse! I meravigliosi cavalli nella stalla, dove erano andati a finire? la vecchia argenteria e gli oggetti d’oro negli armadi e nelle camerette, le mucche nei campi, i beni e la proprietà? – eh sì, potevano essere fusi! fusi nel crogiolo; eppure non se ne sarebbe ricavato l’oro..."

 un'anteprima del racconto è disponibile al seguente link.


Copertina de "Le Fiabe" di Hans Christian Andersen

Restando in ambito letterario, nei confronti del distillare e della distillazione, risultano altrettanto intriganti le parole di Primo Levi, uno dei più importanti scrittori della letteratura italiana e mondiale del '900:

"Distillare è bello. Prima di tutto, perché è un mestiere lento, filosofico e silenzioso, che ti occupa ma ti lascia tempo di pensare ad altro, un po' come l'andare in bicicletta. Poi, perché comporta una metamorfosi: da liquido a vapore (invisibile), e da questo nuovamente a liquido; ma in questo doppio cammino, all'in su ed all'in giù, si raggiunge la purezza, condizione ambigua ed affascinante, che parte dalla chimica ed arriva molto lontano. E finalmente, quando ti accingi a distillare, acquisti la consapevolezza di ripetere un rito ormai consacrato dai secoli, quasi un atto religioso, in cui da una materia imperfetta ottieni l'essenza, l'«usìa”, lo spirito, ed in primo luogo l'alcool, che rallegra l'animo e riscalda il cuore." 


Domenico Orsino

mercoledì 1 aprile 2020

Step #05 - Nella pubblicità

Viviamo in un mondo sommerso dalla pubblicità: dai cartelloni in strada sino agli spot televisivi e radiofonici, nulla è ormai esente dai messaggi pubblicitari, e naturalmente il verbo distillare e la distillazione in generale non fanno alcun tipo di eccezione. Andiamo dunque ad analizzare la presenza del "protagonista" del nostro blog all'interno dei messaggi promozionali, prendendo come esempio quanto riportato da James Magazine riguardo l'assenzio "Mia Favola" prodotto dalle distillerie Berta. Come abbiamo visto nei precedenti post, il legame tra la distillazione e il mondo mitologico è inscindibile, e anche nel caso di questo spot pubblicitario l'azione tecnica tipica della distillazione diventa il tema centrale del messaggio in termini mitologici: viene infatti narrata una leggenda avente come protagonista una fata che, in possesso di un elisir segreto, amava produrre il suo assenzio praticando la distillazione con strumenti primordiali, come un cucchiaio e una fontana d'acqua fredda, riuscendo in ogni modo a creare un prodotto "da favola".
Manifesto pubblicitario delle Distillerie Berta

Domenico Orsino



Step #25 - Epilogo

Step dopo step, siamo giunti all'epilogo del nostro percorso all'interno del mondo del distillare , ed è dunque arrivato il momento ...