"...Anna Dorothea, il giacinto pallido, soltanto una bambina di quattordici anni, era silenziosa e pensierosa; i grandi occhi blu come l’acqua sembravano pieni di pensieri, ma sulla bocca vi era un sorriso da bambina, non riuscivo a soffiarlo via, e non volevo nemmeno farlo. La incontrai nel giardino, sulla strada infossata e sul campo della proprietà, ella coglieva erbe e fiori, quelle che sapeva che potevano servire a suo padre per le bevande e le gocce, sapeva distillare; Valdemar Daae era orgoglioso e borioso, ma anche informato e sapeva tante cose; lo notavano bene, ne mormoravano; nel suo camino c’era il fuoco acceso anche d’estate; la porta della camera era chiusa; prendeva sempre più sostanza man mano che passavano i giorni e le notti, ma non ne parlava molto; bisogna esplorare le forze della natura in silenzio, presto avrebbe senz’altro scoperto la cosa suprema: l’oro rosso. Per questo il camino fumava, per questo crepitava e vampava! sì, c’ero anch’io!” raccontò il Vento, “lasciamo passare! lasciamo passare! cantavo attraverso il comignolo. Finirà col diventare fumo, puzzo, brace e cenere! Finirai bruciato tu stesso! ffu-u-o-ri! scomparire! scomparire! ma Valdemar Daae non lasciò che passasse! I meravigliosi cavalli nella stalla, dove erano andati a finire? la vecchia argenteria e gli oggetti d’oro negli armadi e nelle camerette, le mucche nei campi, i beni e la proprietà? – eh sì, potevano essere fusi! fusi nel crogiolo; eppure non se ne sarebbe ricavato l’oro..."
un'anteprima del racconto è disponibile al seguente link.
Copertina de "Le Fiabe" di Hans Christian Andersen
Restando in ambito letterario, nei confronti del distillare e della distillazione, risultano altrettanto intriganti le parole di Primo Levi, uno dei più importanti scrittori della letteratura italiana e mondiale del '900:
"Distillare è bello. Prima di tutto, perché è un mestiere lento, filosofico e silenzioso, che ti occupa ma ti lascia tempo di pensare ad altro, un po' come l'andare in bicicletta. Poi, perché comporta una metamorfosi: da liquido a vapore (invisibile), e da questo nuovamente a liquido; ma in questo doppio cammino, all'in su ed all'in giù, si raggiunge la purezza, condizione ambigua ed affascinante, che parte dalla chimica ed arriva molto lontano. E finalmente, quando ti accingi a distillare, acquisti la consapevolezza di ripetere un rito ormai consacrato dai secoli, quasi un atto religioso, in cui da una materia imperfetta ottieni l'essenza, l'«usìa”, lo spirito, ed in primo luogo l'alcool, che rallegra l'animo e riscalda il cuore."
Domenico Orsino
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